A meno che non siate un’enoteca o un ristorante con una decisa cultura enologica, le carte dei vini troppo affollate danno l’idea di una scelta casuale e spesso disorientano il cliente più che indirizzarlo verso la scelta più adeguata al suo ordine.
Spesso considerati di bassa fascia, i vini proposti al calice sono invece un elemento importante per fare una buona impressione sul pubblico e mostrarsi attenti e versatili nei confronti delle sue richieste più disparate. Prevedete da due vini al calice a una decina circa massimo, magari inserendo in questa selezione delle etichette da segnalare per qualche peculiarità (vini locali, dalla storia particolare, specificatamente pensati per i piatti forti del menu ecc.)
Quando le proposte sono comunque mediamente numerose è bene guidare il cliente senza incutergli troppa soggezione. Ecco allora che una carta ben organizzata lo aiuterà a orientarsi senza eccessive preoccupazioni: ordinate le bottiglie a seconda delle tipologie principali (rossi, bianchi, rosé, spumanti, vini da dolce ecc.). Se le opzioni sono molto numerose inserite altri criteri come la provenienza geografica o i possibili abbinamenti gastronomici.
Niente di peggio di una carta dei vini sempre identica a sé stessa, in cui magari il cliente sceglie delle bottiglie che invece sono terminate o non disponibili. Scegliete invece di aggiornarla con regolarità, magari inserendo selezionando dei vini più adatti alla stagione in corso e le vostre scoperte più recenti. Il tocco in più? Monitorare il prezzo delle bottiglie a seconda del mercato.
Sempre più persone apprezzano cibi e bevande di origine biologica, naturale e sostenibile. Non è una cattiva idea quindi proporre nella carta dei vini delle opzioni di vini naturali, non trattati e/o biologici. Daranno idea della vostra attenzione alle tematiche più attuali del settore.