I ristoranti italiani sono sempre più attenti alla sostenibilità

Pubblicato 03.05.2023 - Ultima modifica 04.05.2023
Laia Paris
Indice dei contenuti
  1. Materie prime
  2. Il menù
  3. Pratiche quotidiane
  4. Piccoli dettagli
  5. Costi
  6. Nuovi clienti

In occasione del mese della Terra che si è celebrato lo scorso aprile, TheFork ha lanciato un Rapporto annuale sulla sostenibilità della ristorazione, svelando una fotografia incoraggiante

Se fino a qualche decennio fa parlare di concetti come "biologico" o "chilometro zero" era qualcosa di decisamente alternativo, se non proprio stravagante, oggi l'attenzione alle tematiche della sostenibilità è un tema sentito e all'ordine del giorno, a livello sia personale sia lavorativo. Non è un caso che, secondo il sondaggio condotto tra i ristoratori presenti sulla piattaforma TheFork, oltre l’80% dei ristoratori ha adottato scelte sostenibili nella gestione del proprio business.

Materie prime

Un'attenzione primaria per queste realtà è sicuramente la selezione accurata e coscienziosa delle materie prime: l’85% degli intervistati afferma di acquistare prodotti di provenienza locale, con il 90% di essi che predilige materie prime di stagione (più del 30% del totale) e il 45% che seleziona prodotti aventi il marchio di certificazione biologica (più del 20% del totale). A motivare queste scelte sono la migliore qualità dei prodotti (secondo il 67%) ma anche ragioni di natura etica e di filosofia aziendale (44%).

Il menù

Per molti ristoratori, però, la sostenibilità deve essere portata anche in tavola, tant'è che il 65% dichiara di proporre all’interno del proprio menù almeno un pasto completo vegetariano, e il 22% si impegna ad offrirne almeno uno a Km zero (il 30% dice poi di presentare in menù almeno un prodotto da commercio Equo & Solidale). Anche l'acqua, per evitare costi di trasporto e stoccaggio, proviene da fonti entro i 100 km di raggio (per il 44% dei rispondenti).

Pratiche quotidiane

Ci sono poi una serie di pratiche che contraddistinguono i locali più virtuosi: la raccolta differenziata è, per esempio, un must per la quasi totalità dei ristoranti (95% degli intervistati), così come il recupero di oli e grassi esausti (70%). Il 60% e 90% fa attenzione ai consumi di acqua ed elettricità rispettivamente: tra le buone abitudini in questo senso ci sono l’installazione di toilette con scarico a doppio tasto, i rubinetti dotati di riduzione di flusso, l'uso di lampadine di classe A, revisioni periodiche di caldaie e impianti di condizionamento e così via.

Piccoli dettagli

L’80% dei ristoratori sceglie di dotare i bagni di carta igienica e carta asciugamani munita di marchio comunitario di qualità ecologica o di altro marchio ecologico ISO, il 46% dichiara di utilizzare almeno la metà dei detergenti in soluzione concentrata e il 49% applica dispositivi per l’abbattimento degli odori e degli inquinanti.

Costi

Se il 39% ha espresso dubbi sull’aumento dei costi di gestione legati proprio alla sostenibilità, è evidente che l'insieme delle pratiche sostenibili (dalla selezione delle materie prime all'utilizzo di fonti energetiche alternative) ha avuto per il 40% dei ristoratori interpellati un impatto positivo a livello commerciale, portando il 60% di loro a risparmiare tra circa il 10 e il 30% sui costi di gestione.

Nuovi clienti

I vantaggi per i ristoratori sostenibili sono molteplici, tanto che sono i consumatori stessi (56%) a dimostrarsi più propensi a frequentare locali attenti a queste tematiche:  il 64% degli intervistati ha prenotato almeno una volta negli ultimi dodici mesi un ristorante a Km zero, l’83% degli utenti dichiara di porre particolare attenzione alle materie prime di stagione, a Km zero, di propria produzione o di provenienza equa e solidale, mentre il 44% afferma essere di primaria importanza il recupero e il riutilizzo del cibo avanzato, per la lotta allo spreco.

Indice dei contenuti
  1. Materie prime
  2. Il menù
  3. Pratiche quotidiane
  4. Piccoli dettagli
  5. Costi
  6. Nuovi clienti
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