Food delivery: perché non farlo in taxi?

Pubblicato 09.02.2021 - Ultima modifica 19.02.2021
Food delivery: perché non farlo in taxi?
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  1. La pandemia ha portato considerevoli conseguenze economiche in molti settori e attività:
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La pandemia ha portato considerevoli conseguenze economiche in molti settori e attività:

non solo la ristorazione, infatti, sta subendo limitazioni e ingenti perdite da un anno a questa parte. Ma se il coronavirus ci ha insegnato qualcosa è che spesso si possono adottare soluzioni creative e soprattutto unire le forze. Da qui l’idea del momento: il food delivery in taxi.

 

Non c’è da nasconderlo: la consegna a domicilio, nonostante i costi e la non sempre facile applicazione, ha salvato parecchie attività, permettendo di mantenere un contatto con i propri clienti ma soprattutto di non chiudere definitivamente le proprie cucine. Ci sono ovviamente pro e contro, ma bisogna in qualche modo fare di necessità virtù. Alcuni hanno quindi trovato un modo originale ed efficace non solo per garantire il servizio di consegne ma anche per sostenere altre categorie in difficoltà.

 

Con i vari lockdown e coprifuochi, e con una generale diminuzione della circolazione e del turismo in città, il servizio taxi ha subito in tutta Italia una riduzione davvero drastica delle corse e degli introiti in generale. Capita sempre più spesso di vedere ferme alle stazioni taxi lunghe file di vetture in attesa di qualche cliente. Già nel febbraio 2020 in città come Milano il traffico dei passaggi a pagamento era diminuito del 50%, e c’è da credere che la situazione sia peggiorata ulteriormente nei mesi successivi, con alti e bassi che ci portiamo avanti fino ad oggi.

 

Tassisti e ristoratori alleati

 

Ma se ci sono così tanti settori in difficoltà, perché non unire le forze? Perché, per esempio, non impiegare proprio i tassisti nelle consegne a domicilio così importanti per i ristoranti? Come racconta Gambero Rosso le prime iniziative di questo tipo sono nate negli scorsi mesi a Roma. A lanciarla i ragazzi di Retrobottega, che hanno inaugurato di recente RetroPizza, pop up esclusivo per take away e delivery: “Siamo operativi tutti i giorni, cercando di non utilizzare le consuete piattaforme. Ecco perché per le consegne ci stiamo affidando ai tassisti, che come noi ristoratori, cuochi, camerieri, sono stati particolarmente colpiti da questa pandemia”, raccontano.

 

Ecco che così il servizio ProntoTaxi si trasforma in un ottimo servizio di food delivery. Lo stesso ha fatto Giancarlo Perbellini dell’omonima Locanda a Milano, che si è rivolto al servizio Radiotaxi. Questa alleanza inedita ha molteplici vantaggi: da una parte si riesce a sfruttare la diffusione capillare dei taxi, la loro estesa conoscenza della città e la loro velocità, dall’altra ci si può affidare in sicurezza a loro senza dover passare necessariamente per app terze che spesso hanno costi di commissioni e altre spese molto elevati. 

 

Non è chiaro se questa nuova modalità potrà prendere piede in modo estensivo, ma sicuramente è un’idea che mette insieme le necessità pratiche del momento e un certo spirito di solidarietà che fa sì che i problemi, se condivisi, appaiono meno insormontabili.

 

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